Costanti evoluzioni normative hanno condotto numerosi Paesi industrializzati ad introdurre misure volte, almeno in parte, all'internalizzazione degli oneri ambientali come ad esempio l'imposizione di tasse e tariffe (es. carbon tax o la tariffa commisurata alla quantità di rifiuti solidi urbani da smaltire). Il problema della quantificazione delle esternalità è da tempo oggetto di studio e diverse sono le tecniche messe a punto per una loro misurazione. Tralasciando le esternalità di carattere sociale (es. i costi legati alla disoccupazione o correlati agli incidenti stradali), le principali esternalità che incidono strettaente sugli aspetti ambientali sono:
- impatti sulle risorse naturali;
- impatti sulla salute umana;
- impatti sull'ecosistema;
- impatti sulle colture agricole;
- impatti sulla biodiversità;
- impatti sulle strutture ed infrastrutture civili;
- danni provocati dal cambiamento climatico.
Il tradizionale meccanismo dei prezzi di mercato non è sempre in grado di identificare l'ammontare e l'origine cui tali esternalità andrebbero imputate, soprattutto poichè la valutazione monetaria di alcuni impatti ambientali non risulta agevole dal punto di vista economico, a causa delle dirette ed indirette implicazioni etiche che caratterizzano beni difficilmente commerciabili. Tuttavia, al fine di fornire una quantificazione numerica e plausibile di tali oneri, sono state sviluppate diverse metodologie per la valutazione indiretta degli impatti ambientali:
1. Valutazione contingente: metodo che, sulla base di indagini o interviste, permette di stimare quanto le persone sarebbero disposte a pagare per prevenire il degrado ambientale o altri impatti negativi sull'ambiente.
2. Politica dei prezzi edonistici: metodo che esamina il comportamento del mercato in riferimento all'impatto ambientale in questione. Si basa sull'affermazione che risorse prime non di mercato, come l'aria o l'acqua pulite, influiscono su ciò che le persone sono disposte a pagare per beni tangibili. Per esempio, valori economici di alcuni tipi di proprietà possono riflettere le condizioni ambientali del terreno e della loro posizione: le differenze nel valore di mercato di due proprietà, situate rispettivamente in una zona ambientale degradata e in una zona ben più accogliente, sono attribuibili alla disponibilità a pagare per le differenze di qualità locali ambientali.
3. Preferenze rivelate: metodo empirico che identifica le specifiche istanze in cui sono state richieste misure di controllo al fine di determinare il costo che la società è disposta a pagare per evitare danni ambientali. Per esempio, alcune norme richiedono che gli impianti che utilizzano combustibile fossile siano equipaggiati con un dispositivo di riduzione catalitica selettiva (SCR) per ridurre le emissioni di ossido di azoto; dividendo il costo del dispositivo SCR per le tonnellate di ossido di azoto trattate, si determina una stima del costo che la società è disposta a pagare per evitare i danni causati da una tonnellata di ossido di azoto in eccesso.
4. EPS (Environmental Priority Strategy): metodo svedese che integra le misurazioni LCA con le tecniche di valutazione contingente. In pratica, i risultati LCA possono essere convertiti direttamente in unità di misura economiche mediante l'uguahlianza tra 1 ELU (Environmental Load Unit), ossia l'unità di impatto ambientale, e 1 EURO, unità monetaria necessaria a ripristinare lo stato ambientale degradato da quello stesso impatto ambientale. Il sistema EPS copre un ampio ventaglio di impatti ambientali cheincidono su cinque cosiddetti “soggetti di salvaguardia”, ovvero: Biodiversità, Salute umana, Produzioni agricole, Risorse naturali e Valori paesaggistici.
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