Introduzione
In genere si parla di consumo energetico diretto di un'operazione (espresso in MJ) e di consumo di materie prime per lo svolgimento della stessa (espresso in kg) in modo tale da delineare il profilo quantitativo delle necessità di un determinato processo. Come per gli effetti ambientali anche per l'utilizzo di risorse si rende necessario stabilire un indice che possa correlare gli effetti prodotti dai consumi con la situazione generale di disponibilità di risorse naturali. A tale scopo, risulta essenziale fare una distinzione in seno alle risorse: risorse intrinsecamente rinnovabili (definite risorse flusso) e quelle non rinnovabili (definite risorse stock). In particolare:
- Risorse flusso sono aria, acqua, radiazione solare e risorse biotiche;
- Risorse stock sono le materie prime minerarie e il territorio.
In base alle convenzioni mineraria, il concetta di risorsa è strettamente correlato a quello di riserva; in generale le risorse si trasformano in riserva man mano che la conoscenza sulla loro disponibilità fisica e le condizioni economiche sul loro utilizzo diventano compatibili con il loro sfruttamento industriale. Il consumo di risorse è qundi correlato all'idea che le riserve, le risorse flusso e le risorse stock diminuiscano in seguito ad attività umane in maniera tale che in futuro non possano più essere utilizzate come input dal sistema produttivo.
I metodi di calcolo
Un primo approccio quantitativo alla valutazione del consumo di risorse, e in particolare, a quelle non rinnovabili, può essere quello di confrontare il consumo corrente su base annua con quello delle riserve totali accertate. Tale approccio è risultato però errato (in seguito a studi condotti negli anni ‘80 da Meadows) in quanto non si possono confondere le riserve con le risorse ma soprattutto perchè entrambe sono “dinamiche” ossia variano nel tempo. Quanto alle riserve bisogna tener presente che esse sono il risultato delle attività di ricerca delle Società minerarie, che, com’è noto, non investono in tal settore più di quanto non serva loro per garantire la produzione per un certo numero di anni. Le riserve stimate inoltre non tengono conto delle nuove scoperte e nemmeno del contributo di eventuali materiali ricilati (materie prime secondarie) come ad esempio gli idrati di metano.
Un secondo approccio quantitativo è quello che prende in considerazione la produzione annuale della materia prima considerata. Il rapporto tra il consumo di una risorsa e la sua produzione annua esprime un parametro di riferimento (in anni) che può indicare una misura sull'utilizzo e disponibilità di una risorsa mantenendo immutate tutte le variabili al contorno. Tale metodo però porta a trascurare il contributo delle riserve e quindi ad escludere il concetto di limitatezza della risorsa.
Un affinamento dell'approccio è stato introdtto da Guinee et al nel 1992 mediante la relazione seguente:
D (Depletion) = Ci * Pi / Ri
dove:
Ci rappresenta il consumo di minerale espresso in kg
Ri rappresenta l'ammontare delle sue riserve espresso in kg
Pi rappresenta la produzione annuale dello stesso espresso in kg / anno
La relazione rappresenta una stima della disponibilità delle riserve ovvero una misura del numero di anni per cui le riserve attuali sono compatibili con i livelli correnti di produzione e consumo. Un'ulteriore miglioramento del calcolo arriva ancora da Guinee et al nel 1992 con l'assunzione di utilizzare come peso il prodotto tra le riserve e il rapporto riserve / produzione. La relazione diventa:
D' (Depletion) = Pi * Ci / Ri^2
In entrambi i casi, i valori di D e D' forniscono un “punteggio” (effect score) che indica l'evoluzione del consumo di una risorsa nel tempo.