Introduzione
La crescita di organismi viventi è naturalmente limitata dall'apporto di ostanze nutrienti essenziali quali l'azoto e il fosforo. Un rilascio eccessivo di tal sostanze nell'ambiente riduce tale limitazione con una conseguente riduzione della concentrazione di ossigeno e quindi con effetti negativi sull'intero ecosistema. L'utilizzo di fertilizzanti agricoli o gli scarichi industriali ricchi di azoto e fosforo sono tra le principali cause del fenomeno dell'eutrofizzazione. Tale effetto deve però essere distinto tra suoli e acque in quanto il comportamento della fauna e della flora sono diversi per i due habitat. In questo articolo ci limiteremo ad analizzare esclusivamnte l'eutrofizzazione nelle acque superficiali. (per l'eutrofizzazione nel suolo si rimanda alla sezione privata). L'effetto più evidente risulta la crescita smisurata di alghe acquatiche; il cui sovraconsumo di ossigeno rappresenta la causa della riduzione dello stesso nelle acque.
Il modello di calcolo
Si definisce “domanda di ossigeno” di un corpo idrico la quantità di ossigeno che esso richiede per giungere allo stato di purezza naturale, e rappresenta la misura del suo inquinamento ad opera delle sostanze riducenti. Come unità di misura si usano il BOD (Biological Oxygen Demand) e il COD (Chemical Oxygen Demand) entrambe espresse in kg di O2. La standardizzazione dell'eutrofizzazione avviene riportando i quantitativi delle sostanze analizzate ai kg di NO3 equivalenti o ai kg di PO4- equivalenti. L'incremento delle concentrazioni di azoto e fosforo possono essere aggregati in un potenziale unico di contributo alla formazione di biomasse detto potenziale di eutrofizzazione (NP - Nutrification Potential).